mercoledì 14 novembre 2012

Eduardo Savarese "Non passare per il sangue"



Iniziando “Non passare per il sangue” viene subito fuori una domanda (soprattutto se già si è letto qualcosa della collezione Sabot/Age): ma allora, questa collana, cos'è?
Vengono infatti meno un po' di convinzioni. I romanzi precedentemente pubblicati si muovevano tutti in un sentiero ben tracciato, noir, pulp, hard boiled. Tutti genere tra loro affini e correlati. Questo di Eduardo Savarese invece esula completamente da ognuno di questi generi.
Eppure non si ha il tempo di rimanere stupiti né tantomeno perplessi che si è subito catapultati nella storia.
Il romanzo tratta un tema difficile, complesso, come è l'amore tra due uomini, due ragazzi, Luca e Marcello. Il che viene reso anche più difficile dallo scontro tra due mondi e due generazioni così inconciliabili, quella di Luca e di Agar. Saranno loro tre a dare forma a questo racconto.
I due ragazzi si conoscono nell'esercito, del quale entrambi fanno parte. Insieme partono per l'Afghanistan per partecipare a quella missione. Durante un pattugliamento con altri soldati stranieri, cui volontariamente aveva voluto partecipare, Marcello viene rapito e poi ucciso. Il suo corpo non sarà mai ritrovato. Il dolore è troppo forte da sopportare per Luca che viene rimandato in Italia e a cui viene affidato il compito di riconsegnare alla famiglia di Marcello la valigia dell'ufficiale con gli effetti personali.
Così il giovane si reca a Vico Equense dove incontro Agar, la yayà – nonna – di Marcello, donna mai vista ma conosciuta attraverso i racconti del suo amante.
E' con lei che Luca ripercorrerà il ricordo e il racconto di Marcello.
Gli oggetti contenuti nella valigetta saranno solo la scusa per Agar di raccontare il suo Marcello. Per Luca di ascoltare cose che a volte suonano nuove alle suo orecchie, altre invece conosciute sotto punti di vista diversi. Per lui inizia una guerra aperta contro quella nonna che ha sempre capito dell'omosessualità del suo unico nipote, osteggiandola, perché non concepibile per lei “non passare per il sangue”. Per lei che, nonostante fosse cresciuta con un solo polmone, aveva lottato per avere dei figli. Per “passare per il sangue”.
Eppure quegli scontri aprono una breccia nelle barriere di quella anziana donna che, dopo l'ennesimo litigio con Sofia, la mamma di Marcello, tenuta all'oscuro della presenza di Luca a Vico Equense, si è rifugiata nella sua Creta. E' qui che Agar riprende in mano un cofanetto in cui tiene tutte le lettere scambiate con Antonio. Antonio era il marito della donna, conosciuto proprio a Creta dove lui, medico ufficiale del Regio Esercito, era andato durante l'occupazione nazifascista dell'isola. Immediatamente la yayà sente la necessità di condividere quelle lettere, tenute nascoste a tutti, proprio con Luca. E non dovrà attendere molto per incontrare il ragazzo. Il giovane ufficiale infatti, ritornato in Afghanistan, si trova coinvolto in un agguato talebano, durante il quale mostra esitazione nell'uccidere un nemico. La cosa gli costa il congedo forzato e il nuovo rientro in Italia. Di lì il passo verso Agar (e in questo modo verso Marcello) è breve.
Ancora una volta Agar e Luca si ritrovano assieme. Ancora una volta ricomincia il loro scontro. Ma Agar non è più quella di qualche mese prima a Vico Equense. In lei qualcosa sta cambiando. La sua strafottenza lascia il posto alla malinconia. I racconti sulla sua vita, le sue sofferenze, si fanno dolorosi. Tutto riemerge. E sarà in qualche modo Luca ad aiutarla. «”Non ho mai amato nessuno come Marcello. E credo che non sarà facile innamorarmi ancora così. Ma devo metterlo da parte. E la cosa incredibile è che lui mi sta aiutando, mi sta proprio mettendo le molliche sulla strada, come è successo a Pollicino”. Prende dalla tasca il biglietto con il cellulare di Michalis. “Metti da parte anche tu i tuoi morti, yayà”».
Così prima di salutarsi i due si recano al monastero di Faneromeni. Lì Agar fa leggere a Luca una lettera, l'ultima che scrisse ad Antonio. Una lettera che contraddice molto quel “passare per il sangue” che lei stessa si era trovata a predicare.
Così i due insieme strappano quella lettera, mettendo da parte tutte quelle morti, insieme alle differenze, le incomprensioni, gli scontri, le accuse. I due mondi così distanti di Agar e Luca si riscoprono più vicini che mai.

lunedì 5 novembre 2012

Colomba Rossi e la collana Sabot/Age (Edizioni e/o)

Dopo aver parlato la volta scorsa di Una brutta storia, romanzo d'esordio di Piergiorgio Pulixi (E/O), ho pensato bene questa volta di intervistare direttamente Colomba Rossi, per farci dire qualcosa di più sulla collana Sabot/Age da lei diretta (e curata da Massimo Carlotto). 


Ciao Colomba e grazie per il tempo che stai concedendo a Blogolo. Per prima cosa vorrei chiederti di parlarmi un po’ di Sabot/Age, come è nata l’idea e come hai convinto E/O a investire in una direzione per alcuni versi inusuale rispetto al suo catalogo (con alcune eccezioni, ovviamente).

Le edizioni E/O si sono sempre distinte per una spiccata curiosità nei confronti del "nuovo" e hanno aderito immediatamente alla nostra proposta di una collana di contenuti e non di genere che è stata la suggestione di fondo che ci ha portato a sviluppare il progetto.

Come mai la scelta di estendere la linea editoriale anche al genere pulp, un genere forse un po’ di nicchia, almeno rispetto al classico noir? 

A noi interessano la qualità della scrittura e le storie, soprattutto quelle frutto di un'inchiesta o negate o poco raccontate e volutamente facciamo poca attenzione al genere. Matteo Strukul ci ha proposto un romanzo che raccontava finalmente la mafia cinese in veneto, argomento scomparso da molti anni dalle pagine dei giornali. Ci è piaciuto molto il personaggio e abbiamo colto in Strukul delle grandi potenzialità sulla serialità di Mila. Rispetto al pulp, siamo contenti che ci sia un nostro autore che investa le sue energie a farlo tornare in auge con tanta passione e bravura.

Finora sono stati sfornati romanzi di altissima qualità, come avviene la selezione? Chi se ne occupa? Dove ricercate gli autori? 
Alcuni autori hanno scelto di scrivere appositamente per la collana come Roberto Riccardi (il 24 ottobre uscirà il suo Undercover). Altri li abbiamo conosciuti attraverso i manoscritti. La selezione avviene attraverso la lettura delle sinossi per capire se la trama rientra nei confini di Sabot/Age e poi se ci convince attraverso
alcune letture incrociate. Ogni romanzo pubblicato è frutto di lunghi dibattiti e riflessioni.

Lavorate anche con agenzie letterarie? Valutate manoscritti inviati spontaneamente?

Anche. Abbiamo buoni rapporti con diverse agenzie e non riusciamo a resiste alla tentazione di dare un'occhiata alle sinossi che accompagnano i manoscritti. 

Come stanno andando critica e vendite e cosa ne pensi della concorrenza dei libri a 9.90? 
Noi abbiamo deciso di seguire una strada tracciata da tempo dalle Edizioni e/o e a quella ci atteniamo anche in fatto valutazioni sui prezzi di copertina. Noi non viviamo i libri a 9,90 come concorrenti. La nostra è una proposta precisa e critica e vendite ci stanno incoraggiando a proseguire.
Ti va di parlarmi un po’ delle prossime uscite e del titolo che ti ha dato fino ad ora maggiori soddisfazioni? 

Di Undercover ho già detto qualcosa ma voglio aggiungere che si tratta di un romanzo ambientato tra Calabria e Colombia e che racconta la straordinaria esperienza di un agente che opera sotto copertura con impressionante realismo. Non passare per il sangue è un romanzo letterario, completamente fuori dal genere, finalista e segnalato dalla giuria al Premio Calvino 2010. Scritto su più livelli narrativi, è una storia di memoria, sentimenti, differenze e contrasti culturali.
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