mercoledì 1 agosto 2012

Libreriamo intervista Blogolo nel Buio

Di recente ho scambiato due chiacchiere con gli amici di Libreriamo.itNel ringraziarli per la curiosità mostrata verso Blogolo vi ripropongo qui parte dell'intervista (che potrete leggere per intero sul loro portale). Abbiamo parlato di editoria, del Klit, di SugarPulp e di un paio di altre cose.

Il blog letterario Blogolo nel Buio parla di sé, del suo lavoro e della situazione dell’editoria italiana, proponendo le sue soluzioni per superare la crisi
 
Per diffondere l’amore per la cultura e la lettura è fondamentale creare un incontro, un contatto e un confronto tra le persone intorno al libro. È quanto afferma Blogolo nel Buio, blog letterario geloso dell’anonimato dei suoi redattori, che parla di sé in un’intervista in cui racconta della sua attività e dei problemi che affliggono l’editoria italiana.
 
Come nasce Blogolo? Quali sono i suoi obiettivi, i suoi interessi, e in cosa consiste la sua attività?
 
Le idee di base sono diverse: fare da ponte tra autori e case editrici; regalare un po' di informazioni e curiosità utili a chi vorrebbe fare dell'editoria, in un modo o nell'altro, il proprio lavoro; ingannare il tempo; combattere la noia; non pensare alla morte.  Scrivo quando ho tempo, voglia e la salute me lo permette (ultimamente non sono stato granché bene), o quando c'è qualcosa di assolutamente importante da dire (evento straordinario che capita di rado). Detto questo, grazie all'aiuto di alcuni consulenti e lettori professionisti (molti dei quali lavorano presso importanti editori, altri invece presso editori seri) ho creato un comitato di lettura testi inediti che porterà a breve alla pubblicazione di un paio titoli interessanti (titoli che sapranno parlare da sé, senza l'aiuto di Blogolo). 
 
Perché Blogolo sceglie l’anonimato dei suoi redattori?
 
L'anonimato è una componente essenziale del blog per diverse ragioni. Per prima cosa in questo modo riesco ogni volta a strutturare un confronto aperto e alla pari con gli amici, anche quelli più timidi, che mi seguono evitando il disagio che a volte i palazzi dell'editoria creano. Tramite l'anonimato, inoltre, è possibile mettere al centro i contenuti del blog eliminando tutta una serie di preconcetti, permettendo così confronti più aperti e "veri". C'è da aggiungere che si tratta anche di una piccola provocazione che vorrebbe evidenziare come, in una società basata sull'apparenza, si possa comunque costruire qualcosa senza apparire, senza essere assolutamente il centro di questo qualcosa. Direi infine che si tratta anche di un modo come un altro per tenere a bada il mio ego, un piccolo esercizio di meditazione zen.
 
Secondo i dati ISTAT, in Italia si legge poco rispetto agli altri Paesi europei: secondo Blogolo da dove deriva questo problema? Quali strategie potrebbero aiutare a promuovere una cultura del libro in Italia?

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