venerdì 22 ottobre 2010

Racconto: Giada - di Elena Giorgiana Mirabelli

Riprende con questo racconto di Elena Giorgiana Mirabelli la rubrica che Blogolonelbuio dedica alla nuova narrativa. La storia in questione, pur avendo ancora qualche sbavatura stilistica, ha il merito di possedere una struttura lineare chiara che riesce a far comprendere in maniera puntuale la trasmutazione psicotica di ciò che apparentemente sembra una normale storia d'amore omosessuale (mettendo da parte dunque quel bisogno spasmodico di esplicitare a ogni costo i dettagli). Elena Giorgiana ha il merito di saper giocare sapientemente con le immagini sostituendole alle parole, e questa è una virtù non da poco.



Immagine di Minjae Lee (Renokim - Greno)

Giada

di Elena Giorgiana Mirabelli

Ti ho amato molto. Ho amato il tuo odore di borotalco misto a vaniglia, i tuoi vestiti da bimba perbene, il tuo sguardo così dolce da rendere tutto lo zucchero filato del mondo simile al caffè amaro. Ti ho amato come nessun'altra, Giada. Ricordo il giorno del nostro incontro, eri così, immobile, e io ti ho riconosciuta, ho saputo che eri ciò che mi era sempre mancato. Le tue gote rosse, la tua pelle come trasparente, sapevo che non avrei mai potuto fare a meno di te.
Poi le serate, i miei monologhi, e tu lì a riempirti di me, dei miei toni sempre variabili. Hai sopportato i miei sbalzi d'umore, le instabilità, le mie incongruenze. Eravamo uniche.
Mi turbava il tuo modo di guardarmi, indifferente. Eri sempre lì, immobile, e mi guardavi come se volessi cogliermi in fallo. Mi sembravi altezzosa e pensavo che il tuo atteggiamento fosse parte di un tuo preciso disegno, come a volermi forzare in una direzione, lungo un bordo.
Ho sempre cercato di essere alla tua altezza, ho sempre cercato di compiacerti regalandoti il mio tempo, donandomi completamente. La tua indifferenza mi straziava il cuore, come quando ti ho regalato quel completino intimo di cotone rosa e merletti. L'avevo fatto io. Ogni notte, per più di due mesi. Tu dormivi e io cucivo, curva in salotto per due ore a notte. Avevo scelto la stoffa e il colore con cura. L'ultima notte ricamai la tua iniziale. Da parte tua nessun entusiasmo né meraviglia. Mi fissavi con quegli occhietti azzurri e spenti in cui vedevo tanta malinconia.
Ho iniziato a pensare ossessivamente a come potessi rendere quegli occhietti felici e pieni di vita. Ti ho riempita di regali, nastri, bracciali, una volta anche degli orecchini. Ma non li hai mai usati. Credevo di colmare il tuo vuoto.
Non mi hai mai dato una carezza, mai una parola gentile. Le poche volte in cui sono riuscita a razionalizzare ho pensato di essere una povera stupida innamorata. Come può una persona normale accettare tutto questo? Mi chiedevo. Come può dare tanto, stupirsi dei propri slanci affettivi e accettare di ricevere uno stupido “flap-flap”? Perché, lo sai, l' unica e sola risposta ai miei slanci era il “flap-flap” delle tue ciglia, maliziosa e crudele creatura. Mi rispondevo che era giusto così, che la tua sola presenza mi appagava e che non potevo pretendere oltre.
Ricordo il nostro primo bagno assieme. La schiuma alla vaniglia, le candele profumate, io che frizionavo il tuo piccolo corpo. Io lasciva e vogliosa, tu rigida ed egoista. I miei capelli scuri, i tuoi biondi, così biondi da sembrare irreali. Noi completamente diverse, nei caratteri, nelle fisionomie, eppure così legate e armoniche.
Ricordo il nostro viaggio a Parigi. Il nostro primo anniversario. Avevi un minuscolo cappello di paglia viola, i riflessi del sole sulle tue ciocche bionde. Ricordo gli sguardi di stupore divertito di chi ci incrociava per strada. Ti ho baciata a lungo. Eri piccola e profumata.
Ricordo che ti ho chiesto se le mie attenzioni ti avessero procurato imbarazzo, tu, come sempre, mi hai solo guardata, nessun altro cenno, ho dovuto prenderti per le spalle. Ricordo la tua testa inclinarsi a lato e poi ancora quel “flap-flap”. Il tuo solito modo di sbattere le ciglia, come una bambina che si diverte a fare i dispetti.
Mia madre non ha mai accettato la cosa.
"Devi curarti, mi ripeteva".
"Non ne vedo la ragione, le rispondevo Non ha mai capito. Non ha mai capito il nostro amore".
Certo, non ti sei mostrata affettuosa, certo sono io quella degli slanci, Giada, non tu. Io ho creduto nel nostro rapporto. Profondo e fuori da ogni schema.
E lo credo ancor di più ora, ora che sei andata via.
Mentre seguo il tuo corpo ormai morto sento che non riuscirò a sopportare la tua mancanza.
Inizio ad odiare i ricordi che ci appartengono. Li odio per il dolore che mi procurano. So che non c'era equilibrio alcuno, che ero io ad amarti, Giada. Ero io a sezionare il nostro rapporto, io cucivo i tuoi vestiti, io pettinavo i tuoi capelli, e tutto per vederti felice, per vedere nei tuoi occhi il brillio.
So che tu non avresti mai potuto ricambiare, che tutto si riduceva alla tua presenza. Sei sempre stata un'egoista, forse anche incapace di amare, ma ho sempre creduto che le cose potessero mutare.
Sei morta tre giorni fa. Sono sola qui di fronte al tuo corpo freddo, che poi realmente caldo non lo è mai stato. Sei morta per colpa mia. È stata colpa mia. Non potrò mai perdonarmelo. Avevo preparato per te la torta alla marmellata di lamponi, la tua preferita. Sei morta che era il tuo compleanno. Indossavi il vestito di raso verde mela. Eri bella. Come il primo giorno. Tu e il tuo viso perfetto, tu e i tuoi occhietti malinconici. Ti ho abbracciato con forza e tu hai perso la testa. È rotolata giù sul pavimento. Fra le mani il tuo corpicino, profumato e liscio. Un corpicino profumato e liscio e verde mela. La tua testa dai riccioli dorati lì sul pavimento freddo. Il nastro fra i capelli. Il tuo ultimo “flap-flap”. E per me il buio.


Elena Giorgiana Mirabelli: Nata a Cosenza nella primavera del 1979. Laureata in Filosofia della Mente. Ha curato il volume "I segni delle norme" per la Carocci nel 2009. Ha frequentato il Master Holden. Al momento è impegnata nella stesura della tesi di dottorato. E in tutto questo è impegnata nella ricerca di un posto nel mondo. Non le piace molto descriversi, perché sa quanto sia difficile farlo
 
il suo indirizzo mail è: el3ttraster@gmail.com

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails