martedì 13 luglio 2010

SulRomanzo intervista Blogolonelbuio

Qui un'intervista fatta a me dagli amici di SulRomanzo (a cura di Morgan Palmas).





I blog letterari più attivi: Blogolo Nel Buio

Di Morgan Palmas


Blogolo Nel Buio: un anonimo irrompe nella scena con un lit blog che cresce negli apprezzamenti

Quando è nato Blogolo Nel Buio e chi è il fondatore?

Blogolonelbuio è nato nel maggio 2010, per cui è di nascita molto recente. Devo dire però che fin da subito un gran numero di amici lettori ha iniziato a seguirlo con interesse e nel giro di poche settimane il blog è cresciuto in una maniera del tutto inaspettata. Un risultato decisamente incoraggiante.
Il fondatore sono io, un «quasi vecchietto» che da anni collabora con case editrici e redazioni giornalistiche. Da un po' di tempo mi ero accorto che mi sfuggiva il contatto diretto con il popolo dei lettori e Blogolonelbuio si sta rivelando (tra gli altri) uno strumento decisamente efficace per colmare questa mancanza, questo contatto. L'anonimato è una componente essenziale del blog, poiché in questo modo riesco ogni volta a strutturare un confronto aperto e alla pari con gli amici, anche quelli più timidi, che mi seguono evitando il disagio che a volte i palazzi dell'editoria creano.

Quanti sono i redattori oggi, se si escludono i contributi occasionali?

In linea di massima si tratta, almeno per il momento, di un blog «personale» o quasi. C'è un tecnico che ne cura la grafica e poi ci sono io che inserisco i contenuti. Ci sono inoltre alcuni amici editor e/o scrittori che si sono sobbarcati l'onere di occuparsi (forse ancora per poco) della valutazione dei manoscritti inediti che quotidianamente vengono spediti (e di restituire anche una scheda con dei consigli, chiaramente soggettivi), io ero contrario a questa sezione (non per cattiveria ma per mancanza di tempo) e ora che li osservo mentre si ammazzano di lavoro per rispondere a tutti, devo ammettere che mi faccio grasse risate. Si tratta di un lavoro davvero pesante, ma loro sono bravissimi. I contributi arrivano da parte di tutta una comunità di amici scrittori, intellettuali, editori, editor, ecc. e alcuni seguono il blog con una certa frequenza (e questo non nego che mi lusinga molto). In un modo o nell'altro hanno lasciato o continuano a lasciare contribuiti scrittori come Tiziano Scarpa, Raul Montanari, Barbara Garlaschelli, Giuseppe Genna e tanti altri, o editori ed editor come Alberto Ibba, Cristiano Armati, Giorgio Pozzi e persino qualche agente letterario come Valentina Balzarotti dell'A.L.I. (Agenzia Letteraria Internazionale) e Loredana Rotundo (dell'agenzia letteraria Loredana Rotundo, ex ARR). Insomma, intorno a Blogolo c'è fermento e questo mi piace...

Da che cosa è scaturita l’idea del blog?

Una risposta ad effetto potrebbe essere: dalla noia. E non direi una bugia. In realtà credo che mi mancasse anche il contatto diretto con l'underground della letteratura italiana. Insomma, a furia di leggere racconti e romanzi usuali spacciati per capolavori avevo come l'impressione che il mio gusto letterario si stesse intorpidendo, non so se riesco a spiegarmi, per cui ho deciso di mettermi in cerca di qualcosa di nuovo, da valorizzare. Mi sono messo in testa di cercare racconti di autori incontrati on line in grado di regalarmi qualche emozione in più. Poi l'incontro fortuito con la persona che ora gestisce la parte tecnica di Blogolonelbuio ha fatto il resto. È venuto tutto da sé. 

Quali sono gli obiettivi?

In linea di massima (e per il momento) sono due:
• Selezionare racconti da pubblicare: questa è una parte piuttosto difficile poiché, com'è noto, arriva tanto materiale e trovare buone storie sommerse in un mare di cattive storie è un lavoro lungo che necessita di tanta pazienza. Il pro è che se questo lavoro è fatto bene è possibile creare una vetrina importante in grado di mettere in contatto diretto «scrittori veri» con «editori veri» creando quindi un vero e proprio ponte virtuale che potrebbe anche, chissà, rendere più dinamica la letteratura italiana.
• Chiacchierare con gli addetti ai lavori e «costringerli» a dare qualche dritta a chi sta muovendo i primi passi (neo-scrittore o neo-editore che sia). E magari anche a raccontare le loro prime esperienze editoriali, in modo da dare almeno degli esempi concreti ai lettori.

Crede che i blog letterari siano semplice condivisione culturale oppure possano anche avere altre funzioni?

Dipende molto da come sono gestiti. In linea di massima, non solo i blog ma tutto ciò che rientra nel campo della comunicazione virtuale, è a mio avviso non solo un utile strumento di condivisione culturale ma anche un supporto nuovo e importante per incentivare l'aggregazione sociale. I circoli dei lettori così come i centri sociali spesso hanno anche una casa on line, un blog, un sito, una pagina o un profilo Facebook ecc. È evidente che internet in generale non è solo un'immensa enciclopedia digitale ma è soprattutto una geniale invenzione in grado di annullare (o far pesare meno) la distanza fisica tra le persone di tutto il mondo. Se questo è vero, ed è vero, allora definire un blog letterario (dato che parliamo di blog letterari) un semplice strumento di condivisione culturale mi sembra che stia un po' stretto. Un blog letterario è come una casa, un appartamento, un bar, una sede di una città senza spazio. Dentro ad una sede può succedere di tutto. Un blog letterario può trasformarsi, che ne so, in una collettività di artisti in grado di aprire una nuova corrente letteraria, o magari in una vera e propria casa editrice in grado far conoscere autori straordinari sconosciuti prima. Il potenziale è infinito poiché è infinito il potenziale dell'uomo che si confronta con gli altri.

E pensa più a isole lontane fra loro o a contenitori che si integrano e si scrutano con piacere, stimolandosi a vicenda?

Ritorno a dire che dipende sempre da come questi blog sono gestiti. Mi piace l'idea del blog come «casa». Dunque qualcuno può star rinchiuso tutto il tempo dentro casa a non far nulla o a farsi gli affari suoi, qualcun altro può uscire e andare a casa dei vicini, degli amici, in un locale, organizzare qualcosa, ospitare gente. Di sicuro è auspicabile che i blog, così come a mio avviso le persone in generale, interagiscano e si stimolino a vicenda, sempre, poiché questo è il sintomo di una civiltà sana e in pieno sviluppo. Se così non è si inizia a decadere, ma questo è solo il mio punto di vista. 

Gli addetti ai lavori (case editrici, scrittori, agenti letterari, critici, ecc) si sono riversati in massa nei mondi virtuali, incluse le piazze dei social network, uno fra tutti Facebook, qual è la sua opinione in merito? La letteratura ha beneficiato di questa democratizzazione dei contenuti e delle comunicazioni?

Non tutti, almeno per ora, si sono aperti fino in fondo al mondo virtuale, ma di sicuro ultimamente c'è stato un grossissimo passo in avanti ed è fuor di dubbio che la letteratura ne stia beneficiando molto. Credo però che questo discorso di apertura sia valido in special modo per i piccoli e medi editori, i quali prestano maggiore attenzione alla ricerca dei nuovi autori e riescono a volte, grazie ad esempio ad un contatto nato da Facebook, a convincere qualche autore affermato a pubblicare con loro. Paradossalmente la grande editoria utilizza i social network solo come vetrina per incrementare le proprie vendite (a volte capita, grazie al lavoro di qualche editor lungimirante, che si faccia lavoro di ricerca sui lit-blog e sulle webzine, ma difficilmente i grandi editori investono su di uno scrittore incontrato on line, o comunque sono in pochi a farlo e fino ad un certo punto), quindi anche con i profili Facebook, tanto per ritornare all'esempio di prima, non fanno altro che riempire le caselle di posta elettronica di spam. La loro (spesso ma non sempre) è una comunicazione unilaterale, per cui il potenziale della rete in parte si spreca. Ma le cose stanno migliorando, per cui sono ottimista.

Escluso il suo blog e Sul Romanzo, indipendentemente dalle idee e se non altro per una questione di possibile discutibile autoreferenzialità, qual è il blog letterario che segue con più interesse?

Ce ne sono molti e l'interesse verso i blog varia di giorno in giorno, a seconda dei post che questi blog pubblicano, ne seguo circa una trentina. In Italia, oltre ai lit-blog più noti (Nazione Indiana, Vibrisse, Lipperatura, ecc) che è sempre bene sbirciare (anche se ultimamente vanno un po' a rilento), il mio interesse si rivolge spesso verso i blog che considero amici. Solo per fare qualche nome: Le sorelle sciacallo, di Nicoletta Vallorani; il blog di Barbara Garlaschelli; quello di Remo Bassini; quello di Cristiano Armati, Le parole necessarie di Davide Musso e tantissimi altri ancora che non cito solo per ragioni di tempo e di spazio.

1 commenti:

Andy ha detto...

A conferma dell'effetto ponte tra blog e blog, sono capitato qui tramite un'amica virtuale in comune. Il mio è un food blog- se così si può dire - sono passato tramite un self help blog e sono arrivato ad un Lit blog. Il comun denominatore credo che sia comunque l'amore per la parola scritta, a prescindere dalla presenza di foto di zuppe ceci e vongole e di suggerimenti enogastronomici. A leggere questa intervista verrebbe da credere che c'è più gente che scrive di quanta legge, visto l'arrivo quotidiano di manoscritti, romanzi fai da te e memorie dal sottoscala che racconti: possibile? Mi piace molto comunque il tuo approccio rigoroso alla materia, fai un salto da me quando hai tempo.

Ciao e a presto!

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